Onorevoli Colleghi! - Sempre di più sono sottolineate le difficoltà a procedere, sul piano attuativo, alla realizzazione di infrastrutture di trasporto, soprattutto di quelle opere capaci di ridefinire la posizione geo-politica del nostro Paese e, allo stesso tempo, di determinare un diverso assetto della mobilità delle merci in considerazione anche di un nuovo assetto logistico che spontaneamente si va definendo.
      L'anello debole è stato individuato nelle procedure, intese come momento centrale di definizione dei rapporti tra Governo, regioni ed enti locali. Su questo tema, le posizioni delle forze politiche sono univocamente concordanti nella convinzione che è necessario procedere al potenziamento delle infrastrutture e al miglioramento delle gestioni secondo un sistema a rete configurato per una spinta integrazione tra le modalità di trasporto. Ma restano ancora non definiti gli strumenti e le regole attraverso cui operare.
      Occorre sottolineare che alcune condizioni di base si sono praticamente realizzate per poter concretamente passare ad una organica politica di infrastrutturazione del Paese. L'individuazione delle macro aree logistiche, come definite dal piano della logistica, porterà sotto un'unica mano la direzione della strategia delle infrastrutture e delle politiche di gestione in ambiti territoriali competitivi. È indispensabile però che la Consulta generale per l'autotrasporto e per la logistica, definita nei suoi compiti dalla legge delega n. 32 del 2005 e dal decreto legislativo

 

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attuativo n. 284 del 2006, sia dotata di strumenti culturali e operativi per realizzare una grande strategia di sviluppo.
      Strumenti culturali e operativi nuovi sono necessari per poter attivare nel Paese una programmazione non più circoscritta al livello nazionale, bensì orientata all'identificazione di obiettivi idonei a portare il Paese nella rete europea mondiale degli scambi ponendo le singole modalità di trasporto a «sistema».
      In quest'ottica gli approfondimenti progettuali ed economico-finanziari non possono essere più considerati come elementi «aggiuntivi», da definire a progetto finanziato, ma diventano necessari e indispensabili ai fini delle scelte di intervento soprattutto per quei progetti che si vuole portare al rango di progetti di interesse nazionale e internazionale.
      La Consulta generale per l'autotrasporto e per la logistica è lo strumento idoneo a coniugare gli interessi della logistica pubblica e quelli della logistica privata in un contesto economico-territoriale che assume la logica dei sistemi.
      Per fare fronte a tali problematiche è stata predisposta la presente proposta di legge di attuazione del patto e del piano della logistica, che è composta da un solo articolo suddiviso in quattro commi.
      Al comma 1, la proposta di legge affida alla Consulta generale per l'autotrasporto e per la logistica del Ministero dei trasporti le politiche per l'attuazione del patto e del piano della logistica intervenendo sulle singole macro aree logistiche.
      Al comma 2 sono definite le procedure di intervento sulle singole macro aree prevedendo il quadro delle fonti e degli impieghi dei finanziamenti che, attraverso il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE), sono assegnati ai singoli progetti nell'intesa tra il Governo e la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano.
      Al comma 3 è previsto che la Consulta operi il monitoraggio e il controllo delle singole iniziative allo scopo di valutare la coerenza rispetto ai progetti avviati.
      Al comma 4 è previsto che la Consulta fornisca il supporto per il potenziamento delle politiche finalizzate all'intermodalità per il combinato terrestre e marittimo.
 

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